LUNA*CHIAMA*TERRA

Verso il suono e oltre

LUNA CHIAMA TERRA

Concerti fuori dai generi

LUNA CHIAMA TERRA è un atto un po' dada e situazionista: una risposta "dal basso" alla pluridecennale latitanza della città di Milano dai circuiti europei di musiche di grande vitalità e trasversali.
Senza fissa dimora, Luna chiama Terra, si appoggia di volta in volta a luoghi diversi: club, associazioni, teatri. E porta in scena appuntamenti con band e artisti interpreti di quella musica che sfugge ai generi perché ha imparato a giocare con tutto - dalla competenza del jazz all'energia del rock - e che diffonde una lezione di libertà.

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Musica che si fa spazio

Chi sta cercando il vuoto per uscire dalla memoria e suonare nuova musica? Chi, in questo momento, si è messo in cammino per esplorare nuovi confini?
Esistono sempre nuove strade possibili. Ed esiste sempre un modo per riattivare il desiderio di suonare musica che sia piena di energia e di comunicazione e, al tempo stesso, "nuova": non della novità che si fa vanto di sé, ma di quella novità che semplicemente accade quando le domande sono autentiche e le risposte inaudite.
LUNA CHIAMA TERRA cerca queste proposte. Cerca la musica che arriva da spazi inesplorati, da territori ignoti. E non dimentica mai la triplice possibilità del verbo to play: suonare/giocare/recitare.

Un rumoroso e divertente gioco che sa stare sul palco.

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Brian Marsella solo

2 novembre 2019 - Garage Moulisnki

Un vero Maestro del pianoforte contemporaneo, imperdibile.
Membro di gruppi come *The Banquet of Spirits*, al fianco di Cyro Baptista e Shanir Blumenkranz, *Zion 80*, e di recente impegnato con il suo trio che comprende Trevor Dann e Kenny Wollesen, Brian Marsella è un pianista eclettico e funambolico, capace di esprimere ad ogni esibizione un'energia straordinaria e una musicalità potente

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Yemen Blues Duo

30 luglio 2019 - Bagni Misteriosi

  • Ravid Kahalani voice, gimbri, percussion
  • Shanir Ezra Bluemnkranz bass, oud

“Insaniya”. Umanità. È il titolo dell’ultimo disco di Yemen Blues, il gruppo guidato dall’ebreo yemenita Ravid Kahalani. Ed è anche un po’ la keyword della sua musica. Anche perché la parola - come del resto quelle di quasi tutti i testi delle canzoni di Yemen Blues - non è in ebraico, come ci si potrebbe aspettare, ma in arabo.

È infatti un vero umanesimo musicale quello che porta avanti la band quale militano musicisti israeliani e statunitensi e che si presenta il 30 luglio prossimo a Milano, ai Bagni Misteriosi, la spazio con piscina adiacente al teatro Franco Parenti, per un concerto che si preannuncia unico: un vero evento dell’estate milanese, l’occasione per celebrare un rito estivo di pace prima delle vacanze d’agosto.

La formazione con cui Yemen Blues si presenterà a Milano è minimal rispetto a quella con cui nel 2015 inaugurò al Teatro Manzoni la stagione di Aperitivo in concerto, con una performance a dir poco travolgente che animò la matinée del Manzoni scaricando sul pubblico la sua elettrizzante miscela. Insieme al front-man Ravid Kahalani ci sarà infatti solo un musicista, ma è uno che fa per molti: si tratta infatti di Shanir Ezra Blumenkranz, il bassista e ouddista newyorkese leader di Abraxas, formazione ispirata dalle musiche di John Zorn e che proprio al fianco di John Zorn è tra i nomi più in vista della scena dell’avant-jazz più contemporaneo e aperto a ogni tipo di stimolo.

Imbracciando il suo gimbri, strumento a tre corde della tradizione gnawa (la musica rituale degli schiavi mauritani in Marocco), e sostenuto dal basso e dall’oud di Blumenkranz, Ravid Kahalani sarà così più libero di mostrare tutto il suo repertorio vocale, che origina da una tradizione millenaria. Quella appunto degli ebrei yemeniti, comunità antichissima e ormai costretta a una seconda diaspora (dallo Yemen gli ultimi sono scappati qualche anno fa), di cui appunto Kahalani fa parte. È stato proprio cantando i versi della liturgia nella semplice e povera sinagoga yemenita che frequentava da bambino che Kahalani ha iniziato a esplorare la sua voce e le sue potenzialità. Ed è stato allora che si è legato alla lingua araba yemenita, nella quale sono scritte le sue canzoni: testi che parlano di pace, di condivisione, di “umanità”. Non a caso, quando si esibisce in Israele, ai suoi concerti partecipano con grande entusiasmo anche i tanti cittadini arabi di Israele, che ben comprendono il significato di quei messaggi.

La musica però è il più trasversale dei linguaggi e la musica di Yemen Blues lo è a maggior ragione. In essa risuonano molte diverse sonorità: il blues del deserto, i suoni del Mali e della Mauritania, con venature jazz e afro-funk, melodie sefardite. Onde sulle quali la voce magica di Ravid Kahalani tesse i propri intrecci, antichi e modernissimi, solari e lunari, misteriosi e al tempo stesso pienamente comprensibili e godibili da tutti.

Kadawa

11 aprile 2019 - Garage Moulinski

Arriva da New York il collettivo KADAWA formato dal chitarrista Tal Yahalom, dal contrabbassista Almog Sharvit e dal batterista Ben Silsahi (ma loro, come si capisce dai loro nomi, sono israeliani). Un perfetto trio jazz, ma solo sulla carta, perché la loro musica si muove nel confine tra improvvisazione, umorismo, eccitazione ed armonia. Di roba fresca ne abbiamo sempre bisogno.

Abraxas (2)

13 gennaio 2019 - Garage Moulisnki

  • Shanir Ezra Blumenkranz bass, gimbri
  • Eyal Maoz, electric guitar
  • Aram Bajakian, very electric guitar
  • Kenny Grohowski, drums

Torna a MIlano la band guidata dal versatile e strepitoso Shanir Ezra Blumenkranz, dopo essersi fatta conoscere e amare ad Aperitivo in Concerto, al Teatro Manzoni e dopo il live al Masada del novembre 2017. Interpreti autentici della tradizione zorniana, presentano una musica ad altissimo contenuto energetico: una miscela infiammabile di jazz, alt-rock e tradizione sefarditica, trascinata dal gimbri e dal basso, sottolineata dalla batteria martellante di Kenny Grohowsky e cantata dalle chitarre urlanti di Aram Bajakaian, già chitarrista al servizio di Lou Reed, e dell'israeliano Eyal Maoz. No prisoners.

Trophies

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17 aprile 2018 - Masada

  • Alessandro Bosetti voice, electronics
  • Kenta Nagai, guitars
  • Tony Buck, drums

Artista del suono e grande sperimentatore delle sonorità del linguaggio, Alessandro Bosetti scatena con Trophies - il suo trio insieme al batterista australiano Tony Buck (già leader dei Peril con Otomo Yoshihide e dei Glacial cone Lee Ranaldo) e al chitarrista giapponese di stanza a New York Kenta Nagai - la sua vena più energica, quasi punk. Perfettamente contrappuntato dalla chitarra parlante di Nagai e in tensione costante con la batteria di Scott, Bosetti esplora la forma canzone facendola diventare davvero "tutt'altro", gioca con la serialità, allarga le braccia e inventa suoni nuovi. "This is not the same as chanting"

Orchestra Nazionale della Luna

1 marzo 2018 - Masada

  • Manuel Hermia – sassofoni, flauto & bansouri
  • Kari Ikonen – piano & moog
  • Sebastien Boisseau – double bass
  • Teun Verbruggen – batteria

Guidata e concepita dal belga Manuel Hermia e dal finlandese Kari Ikonen, l'Orchestra Nazionale della Luna è attualmente l'unico nonché il più famoso ensamble propriamente lunare e la sua presenza in una rassegna di suoni che arrivano dallo spazio era quasi doverosa e istituzionale. Ovviamente lunatici, i 4 vanno a fasi e vantano un repertorio che lascia largo spazio all'improvvisazione, crescente e calante. Solo uno di loro viene dal dark side della Luna: scoprire quale è un compito appassionante.

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Edom

27 febbraio 2018 - Biko Club

  • Eyal Maoz, electric guitar
  • Shanir Ezra Blumenkranz bass, gimbri
  • Brian Marsella, keyboards
  • Shahar Haziza, drums

EDOM il progetto del chitarrista israeliano Eyal Maoz di stanza a New York approda a Milano, al BIKO Club, nel corso del suo tour europeo invernale. Con Maoz sono i tre suoi compagni di avventure da sempre: il bassista Shanir Ezra Blumenkranz, il tastierista Brian Marsella - entrambi newyorkesi - e il batterista Shahar Haziza, anche lui originario di Israele e attivo sia sulla scena del suo Paese d'origine, sia su quella americana.
Creativo, vulcanico, indifferente alle etichette di genere, EDOM offre per la prima volta al pubblico milanese la sua musica ricca di contaminazioni e di divertimento, venata di influenze derivate dalla musica ebraica e medio-orientale, dal jazz moderno, dal rock - ma anche, a sorpresa, dal pop e dalla disco - e dotata di ampi spazi improvvisativi.
Una musica moderna ed eccentrica, piena di energia, nobilitata dalle grandi capacità strumentali dei musicisti in azione e dal loro affiatamento.

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Dálava

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25 febbraio 2018 - Masada

David Torn

28 Gennaio 2018 - Masada

Schiere di chitarristi italiani attendono da anni il giorno in cui David Torn - incontrastato guru americano della chitarra elettrica in tutte le sue più impensabili incarnazioni sonore - si presenterà finalmente alle loro orecchie, dal vivo.
Non sanno però cosa li aspetti davvero: perché Torn è un mutaforma ineffabile. E poterlo vedere da solo significa immergersi in un fiume di suoni cangianti che mai ci si aspetterebbe uscire da una sola chitarra, per quanto moltiplicata da un uso sapiente dell'effettistica e dell'elettronica. Un'esperienza unica e irripetibile.

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Julian Lage Trio

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9 gennaio 2018 - Masada

  • Julian Lage, electric guitar
  • Jorge Roeder, double bass
  • Eric Doob, drums

Enfant-prodige della chitarra jazz, con la quale si esibisce dall'età di 10 anni, Julian Lage è il segreto non più conservato del nuovo jazz americano. Un mostro dal talento funambolico, autentico erede di una grande tradizione che rinnova alimentandola con una leggerezza, una facilità e un piacere tali da risultare evidenti a chiunque e sbalorditivi. Una chiara e vivente prova che non anche il jazz più melodioso e classico non è musica del passato se il fuoco arde ancora sul palco. Lo accompagnano il virtuoso bassista Jorge Roeder, di origini peruviane, e il batterista emergente Eric Doob, due volte nominato al Grammy.

DETTAGLI EVENTO

Abraxas

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5 dicembre 2017 - Masada

  • Shanir Ezra Blumenkranz bass, gimbri
  • Eyal Maoz, electric guitar
  • Aram Bajakian, very electric guitar
  • Kenny Grohowski, drums

La band americana guidata dal versatile e strepitoso Shanir Ezra Blumenkranz torna al Masada e a Milano dopo essersi fatta conoscere e amare ad Aperitivo in Concerto, al Teatro Manzoni. Interprete autentico della tradizione zorniana, presenta una musica ad altissimo contenuto energetico: una miscela infiammabile di jazz, alt-rock e tradizione sefarditica, trascinata dal gimbri e dal basso, sottolineata dalla batteria martellante di Kenny Grohowsky e cantata dalle chitarre urlanti di Aram Bajakaian, già chitarrista al servizio di Lou Reed, e dell'israeliano Eyal Maoz. No prisoners.

Spiritsongs

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5 novembre 2017 - Masada

  • Shanir Ezra Blumenkranz double bass, oud
  • Alberto N. A. Turra, guitars
  • Brian Marsella, piano, keyboards
  • Sergio Quagliarella, drums

Un incontro "magico" ha messo insieme due anni fa i due newyorkesi puri Blumenkranz e Marsella - esponenti delle giovani leve cresciute alle corte di John Zorn e capaci di proseguirne/trasgredirne la lezione - con gli italiani Turra e Quagliarella, freschi e virtuosi esponenti del jazzcore/funk milanese.
Si sono visti, annusati e piaciuti e hanno fatto - due giorni dopo - un concerto che è già divenuto un memorabile disco live, pubblicato da Setola di maiale. Loro dicono che c'è dietro una connessione spirituale: noi come bambini davanti a dei prestigiatori da favola ci chiediamo dove stia il trucco. Il concerto al Masada - attesissimo - sarà l'occasione per smascherarli e scoprire cosa ci sia dietro/dentro/sotto questa musica che sembra sgorgare per miracolo da una fonte inesauribile e gioiosa.